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Plastica: come si affronta il problema

Plastica: come si affronta il problema

Plastica: come si affronta il problema

La Commissione Europea rafforza l’offensiva contro la plastica, per correre ai ripari di fronte al costante aumento dei rifiuti dispersi nell’ambiente e ai notevoli danni che ne conseguono.


La nuova proposta di direttiva contiene diverse misure: saranno messi al bando quei prodotti monouso per i quali esistano alternative facilmente disponibili (bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande, aste per i palloncini) mentre si limiterà l’uso di quelli di cui non esistono valide alternative, riducendone il consumo a livello nazionale. Sono previsti poi obblighi per i produttori (di contenitori di alimenti, pacchetti e involucri quali quelli di patitine e dolciumi, contenitori e tazze per bevande, sigarette con filtro, reti da pesca), che contribuiranno a coprire i costi di gestione e bonifica dei rifiuti, e specifiche prescrizioni di etichettatura – che dovrà essere chiara, standardizzata e indicare le modalità di smaltimento – per assorbenti igienici, salviette umidificate e palloncini. Entro il 2025 gli stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande, anche attraverso l’uso di sistemi di cauzione-deposito.

Ma oltre alla riduzione e al riuso, è urgente, come è noto, incrementare anche la percentuale di riciclo effettivo; a tal proposito non va dimenticato che la versa sfida nel settore degli imballaggi in plastica è rappresentata dalle plastiche miste, le più difficili da riciclare perché eterogenee e quindi difficili da rilavorare. Attualmente in Europa le aziende dotate di strutture in grado di riciclare le plastiche miste sono pochissime e Idealservice è una di queste.

Se si considera che questo tipo di plastiche – che normalmente a causa delle difficoltà di riciclo finiscono termovalorizzate o in discarica – rappresenta circa il 50% degli imballaggi in plastica provenienti dalle raccolte differenziate, appare evidente l’importanza e il valore ambientale che assume il loro riciclo (con risparmi in termini di emissioni, di rifiuti dispersi sui territori e nei mari, di consumo di materie prime).

In Italia sono prodotte circa 500.000 tonnellate all’anno di plastiche miste; nel nostro impianto ne ricicliamo oltre 40.000 tonnellate all’anno.

Il nostro percorso si rifà alle linee guida sull’economia circolare. Per continuare su questa strada è fondamentale che si sviluppi un mercato finale per i prodotti riciclati. In questo senso il fatto di introdurre delle norme uniche per l’intero mercato dell’UE in grado di rafforzare la competitività dei prodotti sostenibili – come sottolineano con forza da Bruxelles – non può che rallegrarci. L’Italia – che nel settore del riciclo rappresenta sicuramente un’eccellenza e un modello non solo a livello europeo ma mondiale – ha la possibilità di fare ancora una volta da apripista: pensiamo all’obbligatorietà degli Acquisti Verdi per le Pubbliche Amministrazioni (il cosiddetto GPP), ma anche agli incentivi – previsti dalla legge di Bilancio 2018 – ­per l’acquisto di prodotti derivati dal riciclo di plastiche miste post-consumo. Per questo riteniamo fondamentale l’emanazione dei decreti attuativi necessari per poter usufruire di tali incentivi. È una misura urgente per poter chiudere il cerchio.